Vacanze Anni'80


Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani un articolo sul modo corretto di partire per le vacanze con i bambini. Particolare cura era prestata a evitare lo shock psicofisico delle creature: dolci risvegli, orari indicati, accorgimenti speciali, metodi pedagogici adatti d’intrattenimento. Bene, mi è scesa una lacrima a pensare alle mie di partenze per il mare da bambina… 

L’unico orario possibile per sopravvivere in un mondo di auto vacanziere ancora senza aria condizionata e facili alle congestioni del traffico nella zona di Bologna era solo uno, secondo mio padre, le 4 del mattino!!!

Alle 3:50 mia madre entrava in camera mia tipo incursione delle Teste di Cuoio con una coperta in mano. 

“Sveglia dai che dobbiamo partire il papi è già giù in macchina che ci aspetta!!!" E così, ancora rintronata, venivo lanciata in auto (già precedentemente caricata dai miei per non perdere prezioso tempo!) sul sedile dietro dove, tra valigie piene di tutto e sacchetti indefiniti, avevano creato il mio posto.

E via, la meravigliosa Uno 45 si lanciava nella notte.
Ora da quel momento in poi, il mio viaggio poteva prendere due direzioni: potevo infatti dormire oppure svegliarmi random e fare quello che tutti i bambini tendono a fare: annoiarmi (e rompere le scatole).
Mio padre, il Pedagogista, in quel caso mi offriva due possibilità: tentava di rimettermi sulla prima direzione e tagliava corto con un drastico “dormi che è ancora lunga” o mi proponeva il gettonatissimo (anche perché unico gioco possibile) “dimmi le città d’Italia dalle lettere delle targhe delle auto”. Sulla A22 non era molto divertente, erano o targhe austriache o germaniche o tutte BZ, TN, VR… Da Modena iniziava il vero divertimento. Dopo due ore di MO-BO-PR-RA-RE-MI e qualche rarissima Roma, di solito tornavo a dormire. O se no riconoscevo le varie cose giganti sulla A14 (che per me ancora oggi significa mare e vacanze!) tipo l’enorme macchina rossa.
Conoscevo la strada a memoria, perché… ricordate… per quest'anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare…
Ecco… i miei genitori presero sempre alla lettera le parole della canzone e, come la maggior parte delle famiglie medie italiane del nord Italia siamo andati in vacanza per quattordici anni nello stesso posto ovvero: la pensione in Romagna! Rigorosamente monostella, perché due sarebbe stato da girone degli ambiziosi e tre… un altro pianeta.
Ma ricordo soprattutto, e questa non me la toglie nessuno, l’emozione straordinaria che provavo non appena, arrivati a Riccione, scendevo dall’auto, davanti al nostro albergo. Ero AL MARE cavolo, e quello mi bastava, ero davvero felice!!!

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