La paura di cadere


Ora, io sono sempre stata una fervida sostenitrice del “si può fare sempre tutto a qualsiasi età, i limiti sono solo nella nostra testa”  e continuo a crederci… solo che… due esperienze mi hanno fatto capire che alcune cose… in effetti… “sarebbe meglio farle in determinate età…”

Esperienza nr.1 Qualche anno fa mi sono iscritta nuovamente all'università per sostenere alcuni esami e completare così il mio piano di studi precedente. Non che a vent'anni sia stato più facile, anzi, solo che è lievemente cambiato il mio approccio…

Frequentare le lezioni.
A VENT’ANNI Wow, interessante questo corso di Letteratura Suprema! Vediamo a che ora… alle 8?!?! No, no, seguiamo questo interessantissimo: Storia del linguaggio segreto degli ornitorinchi che è alle 14e30.
E questo, bellissimo, fino a che ora dura? Le 19??? No, no, darò l’esame da non frequentante!
A TRENT’ANNI
Inizio a lavorare alle 10e30 e finisco alle 16, c’è un corso alle 8 e poi uno alle 18. 
Perfetto, così riesco a fare tutto e a seguire perfettamente ogni singola lezione.
A VENT’ANNI
Appunti meravigliosi solo nella prima pagina del blocco figo, e per le prime tre lezioni, se va bene, poi partono sia i disegni scemi che la mia testa per a tangente.
A TRENT’ANNI
Scusa, cos'ha detto? Non ho sentito la fine di quel concetto! Mi fai vedere i tuoi appunti. Scusi può ripetere. Oh, no, ho perso una lezione. Scusa cos’avete fatto la volta scorsa? Oh, cavolo!

Preparazione degli esami. Libri previsti: 5
A VENT’ANNI A due settimane dall’esame: ho trovato due libri usaterrimi al libraccio, uno me lo presta Gianmaria, ma solo per una settimana, quindi me lo leggo veloce, gli altri due me li invento.
A TRENT’ANNI Amazon: digita titolo, oh cavolo, caretto ‘sto libro di 30 pagine a €65… mh eh però mi serve. Ordina. Uh questo non c’è. Che faccio?!?! Biblioteca di Filologia, cerca, cerca, cerca. Prenota prestito. Corri a prenderlo. L’esame sarà tra due anni ma ho già tutti e 5 i libri sulla scrivania.
A VENT’ANNI Lettura più o meno veloce. Sottolineatura a matita seguendo la tipologia ad cazzum. Ok, questo lo so, questo lo so, questo non lo capisco quindi lo salto…
A TRENT’ANNI Sottolineatura con matita, righello ed evidenziatore bicolor (tanto il libro è mio e non creod nemmeno lo rivenderò…) Rilettura, ripasso, schemino. Uh questo concetto è difficile: google google approfondisci!

L’esame:
A VENT’ANNI Accetto tutto pur di non rifarlo! Uffa, che noia, ma quanto ci vuole?! Chiacchierata a gambe incrociate sul pavimento (tanto ho addosso jeans di tre giorni e maglione sformato) davanti alla porta di dove si svolgerà, chiacchierando con gli altri allievi su dove è meglio fare l’aperitivo in zona Colonne di San Lorenzo. Perché non mi chiamano? Ah ma non è qui l’esame? Oh, cavolo. Grazie mille! Vado in bagno e poi cerco la zona giusta!
A TRENT’ANNI Non accetterò meno di 25, ci tengo! Oddio, oddio, oddio… ansia! Ripassa, ripassa, ripassa. Seduta su seggiolina di legno, vestita abbastanza decente per non dare brutte impressioni. Scusa ma questo era da fare? Come sì? Ma non era fino al capitolo 7, ah incluso?! Oh, cavolo. Grazie mille! Vado a impiccarmi!

Se va male:
A VENT’ANNI Ecco, figurati se non mi bocciava. Me n’ero accorta già mentre (non) seguivo il suo corso che ce l’aveva con me. Sapevo già dall’inizio come sarebbe andata a finire! Che nervoso! Sapevo tutto e ovviamente va a chiedermi la postilla no? Segue simposio rabbioso con gli amici che finisce in sfogo alcolico. Vabbè dai, quand’è il prossimo appello? Tra due settimane? Mo’ ti faccio vedere io!
A TRENT’ANNI La messa in scena di Ifigenia in Tauride! Sono stata bocciata! Che vergogna! Che figuraccia! Avrei voluto sotterrarmi! Lo sapevo che non sapevo niente. Come ho potuto presentarmi qui?! Mi ha chiesto cose facilissime e io biascicavo stupidate. Segue quarantena per prepararsi al prossimo appello, due mesi dopo!

Se va bene:
A VENT’ANNI Uscita dall’aula trionfante bullandomi davanti a chi ancora deve entrare dicendo che non era niente di che e che l’ho preparato in un week end andando pure in discoteca due sere di fila (non era vero!) Senso di onnipotenza e, uno in meno alla meta! Bisogna festeggiare. Al prossimo esame ci si pensa in futuro! Nemmeno faccio in tempo a uscire dall’ateneo che ho già venduto tutti i libri!
A TRENT’ANNI Uscita con la faccia di una che ha scampato pericolo. Bisogno fisico di rilassamento, passeggiatina  o terme sarebbero l’ideale. Whatsap ad amiche e fidanzato con sorrisino e, se dignitosa, con votazione numerica. A casa metto i libri nella libreria perché fannopartedelmiopercorsodistudi.


Esperienza nr.2 Quando ero piccola ero una vera e propria maschiaccia. Ma non come quando alcune ragazze che conosco dicono: “ero un po’ maschiaccia, sai” per fare le fi*he e in realtà mi ricordo benissimo che erano delle smorfiosette vanitose. Io ero una maschiaccia ruspante, stavo con i maschi e facevo cose da maschi, sempre! Ma soprattutto, prima ancora di Bart Simpson, ero bravissima ad andare con lo skateboard! Ne avevo uno grande, super tamarro, nero, con sopra una tigre. Ci andavo tutti i giorni, saltavo, andavo velocissima e, ovviamente, cadevo ripetutamente. Le mie ginocchia e i miei gomiti erano una selva di croste.

Qualche anno fa ci ho riprovato. Che ci vuole, mi sono detta, è come andare in bicicletta, no? Una volta che hai imparato è per sempre, no?
La sensazione di insicurezza e instabilità fu atroce. 
Mi irrigidii (la cosa più sbagliata!) e caddi praticamente subito. 
Non so più cadere, quindi mi feci un po' male. 
Ci riprovai due o tre volte, riuscii ad andare. Male.
I movimenti li sapevo fare ancora, ma la paura mi bloccava e rendeva tutto tremendamente difficile.
Alla fine un po’ riuscii a fare. Niente di paragonabile a ciò che facevo una volta.
Mi sono chiesta il perché e la risposta era semplicissima e una soltanto:

AVEVO PAURA DI CADERE

Da bambina/ ragazzina non pensi che ti farai male, pensi solo che ti piace fare quella cosa.
La differenza, almeno per me, sta in questo. 
Tutto si può fare a qualsiasi età, ma se subentra la paura, la razionalità, diventa tutto incredibilmente difficile.
Ecco come queste due esperienze, seppur diverse, per me sono state abbastanza d’insegnamento.




C’è un piccolo problema però… non sono una che impara molto dalle esperienze e spesso le mie passioni hanno la meglio sul mio buon senso. Quindi, a settembre ,probabilmente, farò la pazzia di iscrivermi a un altro corso di laurea che corteggio da quasi 5 anni e ho intenzione di riprovare a salire seriamente su uno skateboard, quindi se mi vedrete con le ginocchia sbucciate saprete il perché…

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